
Filippo Boiardi: "La A1? Una sfida vinta"
6 maggio 2021
Chi meglio di Filippo Boiardi può raccontare la bella storia dell’Hockey Prato Città del Tricolore? Il capitano della squadra di German Chaves ha esordito tra i senior nell’ormai lontano 2002/03 e ha vissuto tutta la trafila partendo dalla Serie B, fino alla A2 e ai quattro secondi posti consecutivi per poi arrivare alla promozione e alla splendida cavalcata di questa stagione, con il quarto posto ed i playoff scudetto nel cassetto.
Quest’estate, finalmente, l’approdo nel massimo campionato. Con quali sensazioni?
“Principalmente come sfida, sia personale che di squadra. Siamo entrati dalla porta di servizio, visto che al momento dello stop per la pandemia la seconda della classe non doveva essere promossa, per cui volevamo metterci alla prova e capire se potevamo valere quel livello. Il risultato è stato ottimo”.
Qual è stato il vostro segreto?
“Il gruppo si è amalgamato al meglio, inserendo nel migliore dei modi i giocatori stranieri, e sono iniziati ad arrivare i risultati: all’esordio abbiamo perso 9-0 con Bra, che poi ha chiuso imbattuta, ma poi ce la siamo sempre giocata. A quel punto, prendendo fiducia, abbiamo iniziato a far risultati su risultati e, nella seconda parte di stagione, abbiamo cavalcato l’onda, mettendo prima in cassaforte la salvezza e poi chiudendo quarti”.
In più, stiamo parlando di una squadra estremamente futuribile.
“Il gruppo, me escluso (ride – ndr), è giovane e sta acquisendo personalità. Mi viene da fare l’esempio di Sufian Sajid: ad inizio campionato non era il giocatore che è adesso. Un ruolo importante, oltre a Chaves, l’hanno fatto anche i nostri argentini: alcuni, tipo Caruso ed Ibanez, erano già stati qui, reinserirli è stato più facile”.
Ora i playoff: cosa attendersi dalla sfida con l’Amsicora Cagliari, una delle “big” a livello nazionale?
“Dobbiamo giocarcela con la mente libera: abbiamo fatto tutto quello che andava fatto, vogliamo farci un regalo in più senza la pressione di dover vincere a tutti i costi. Nel medio termine dobbiamo consolidarci in categoria, l’anno prossimo vogliamo prender parte all’A1 non solo “per partecipare”.
A livello reggiano siete la squadra che probabilmente, rispetto allo sport di appartenenza, ha raggiunto il più alto livello in ambito nazionale: vi spiace che queste imprese passino sotto traccia?
“Ci siamo abituati. Parlando con un nuovo collega al lavoro, non conosceva il mio sport; oppure è capitato, in aeroporto, che qualcuno ci chiedesse come facevamo a trasportare i cavalli, scambiandoci per il polo. Mi piacerebbe solo che si potesse sfruttare al meglio questa onda di risultati per celebrare al meglio il tanto lavoro fatto dalle persone che compongono la nostra società, perché è davvero di altissimo livello”.
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